STORIA

Cavendish Road nella battaglia di Montecassino. Strada dei Genieri Polacchi

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Cavendish Road nella battaglia di Montecassino. Strada dei Genieri Polacchi. Questo articolo è disponibile sul nostro sito anche in lingua polacca: Droga Polskich Saperów w bitwie o Monte Cassino

La mulattiera che collegavala frazione di Caira con l’altipiano di Masseria Albaneta, che era conosciuta da secoli esclusivamente dagli abitanti del circondario della zona di Cassino, diventò, a causa degli avvenimenti bellici del 1944, una delle vie di comunicazione più importanti durante la campagna militare sulla penisola appenninica tra il 1943 e il 1945.

I primi reparti che alla fine di gennaio del 1944 attraversarono le correnti del fiume Rapido all’altezza dei paesi di Caira e Monte Rotondo erano le compagnie del 168° Reggimento americano della 34a Divisione di Fanteria «Red Bull». Nei giorni successivi, si unirono alla battaglia in questa regione i sottoreparti del 135° Reggimento (della 34a Divisione di Fanteria) insieme al 142° Reggimento della 36a Divisione di Fanteria «Texas». Nei primi giorni i reparti americani riuscirono con un assalto della fanteria a forzare la debole difesa tedesca su questo segmento e a prendere il controllo su una porzione significativa del massiccio collocato a ovest della valle del Rapido, accerchiando allo stesso tempo la linea di difesa tedesca nella regione di Montecassino.

Un coraggioso attacco dei soldati americani portò, tra le altre cose, alla conquista, di importanza cruciale per questo territorio, della dorsale con Monte Castellone (quota 771) e con le quote 726 e 706. Erano state inviate anche delle pattuglie su Colle Sant’Angelo (601) e sulla dorsale di quota 706 che scendeva verso meridione, denominata solo in seguito nei racconti, Phantom Ridge (Cresta del Fantasma, Widmo), ma furono respinte dalla regione in breve tempo dalla difesa tedesca che si stava consolidando. Allo stesso momento il contrattacco e il tentativo di conquistare Monte Castellone si conclusero con una sanguinosa sconfitta per i tedeschi.

L’attacco dei reparti americani tra il gennaio e il febbraio del 1944 sul massiccio di Monte Cassino – Monte Cairo permise il parziale controllo del crinale Snakeshead Ridge (Testa di Serpente, Głowa Węża) con il suo punto più alto (quota 603) che si trova nelle vicinanze dell’abbazia di Montecassino. Era stata conquistata e mantenuta anche la dorsale di Monte Castellone – colle 706, da cui era possibile tenere sotto controllo i propri reparti e allo stesso tempo le profonde retrovie dei raggruppamenti tedeschi nel raggio di Monte Cassino, valle del Liri e Monte Cairo. Dominare questa regione significava avere allo stesso tempo il controllo sull’unica stradina di montagna della zona, la cui importanza come via di comunicazione su questi pendici rocciosi e ripidi crebbe velocemente fino a diventare fondamentale. Nelle fasi successive della battaglia di Montecassino fecero uso di questo sentiero i soldati indiani, britannici e polacchi, trasformandolo da una via per animali da soma in un’arteria per il flusso dell’equipaggiamento militare pesante.

Operazione Revenge

Le difficoltà di superare la linea difensiva tedesca nella regione di Cassino fecero desistere nel mese successivo il comando alleato a sferrare l’attacco decisivo che avrebbe contenuto le crescenti perdite e avrebbe portato al controllo sull’imbocco della valle del Liri che portava fino a Roma. Nell’ambito dell’Operazione Dickens era stato preparato un altro piano che prevedeva il sostegno all’assalto frontale della fanteria a Montecassino, tramite l’introduzione, a lato,di una colonna corazzata indirizzata nella regione settentrionale del colle del monastero. L’unica possibilità per attuare questo piano era adattare la mulattiera che partiva dalla frazione di Caira, ai piedi di Monte Castellone,e arrivava alla cosiddetta Terra Rossa (l’altipiano intorno al punto segnato sulle mappe come Pozzo Alvito e bassi pendici verso il colle 706),che si collegava, poi, tramite due strettoie all’altipiano di Albaneta.

I carri armati Stuart Honey distrutti sull’altipiano nei pressi di Masseria Albaneta durante l’operazione Revenge. Foto dell’archivio Istituto polacco e Museo Sikorski – Polish Institute and Sikorski Museum Istituto polacco e Museo Sikorski

Dalla zona del podere di Albaneta era già possibile usufruire della strada che portava all’abbazia di Montecassino. Ciò è stato confermato da una ricognizione sul campo e dalle fotografie aeree. In questa situazione sembrava che la parte più difficile sarebbe stata la ricostruzione del tratto di circa un chilometro e mezzo della mulattiera tra l’altipiano situato a occidente della borgata di Monacato e la già menzionata Terra Rossa.

Il piano fu approvato definitivamente grazie all’iniziativa del comandante del Corpo neozelandese gen. B. Freyberg e del comandante in questo territorio dei genieri ten. Hanson. I lavori,che presero il via nel marzo 1944, iniziarono con l’adattamento delle dimensioni del sentiero di montagna, in modo tale da permettere il passaggio dei mezzi meccanici pesanti. I lavori furono quindi affidati a quattro plotoni di genieri ben forniti che usarono tra l’altro anche cinque bulldozer D4, D6, D7 e centinaia di chilogrammi di materiali esplosivi per sgretolare le pietre.

Tutto il processo nel suo complesso fu messo in sicurezza da postazioni di copertura che avevano il compito di riempire di fumo il territorio, in modo tale che la costruzione potesse avvenire in segreto. L’11 marzo si conclusero i lavori di adattamento e quella che era stata fino a quel momento una strada di montagna, conosciuta oggi come Cavendish Road, fu pronta al passaggio della colonna di attacco dei carri armati. Allora, il 15 marzo con un forte bombardamento aereo della cittadina di Cassino ebbe inizio la terza battaglia di Montecassino. In seguito furono condotti all’attacco al colle dell’abbazia i sottoreparti del Corpo neozelandese che facevano parte di quattro brigate di fanteria.

Il 19 marzo di primo mattino al punto di ingresso alla Cavendish Road, nella regione di Fonnone,si avvicinarono alcune colonne del raggruppamento corazzato d’assalto composto da circa 37- 40 carri armati Sherman e Stuart, che facevano parte del 20°  Reggimento corazzato, del 760° Battaglione americano corazzato e della 7a Divisione indiana di ricognizione. La colonna di corazzati  non ottenne, però, l’aiuto diretto della fanteria impegnata da qualche giorno in accanite lotte a Cassino per la fortezza di Rocca Janula (Castle Hill), sulla Testa di Serpente e sul Monte Venere  (Hangman’s Hill, Collina del Boia, Wzgórze Kata). Dopo qualche orale forze congiunte della colonna di attacco arrivarono senza impedimenti nella regione antistante l’altipiano di Albaneta e con la loro presenza sorpresero le postazioni dei paracadutisti tedeschi che inviarono disperati messaggi di aiuto chiedendo il sostegno del fuoco dell’artiglieria e il rifornimento di armi controcarri. Quello fu un momento critico per la linea di difesa tedesca sul massiccio di Monte Cassino – Monte Cairo e solo il duro atteggiamento dei comandanti della fanteria paracadutista poteva permettere di affrontare una battaglia contro i carri armati.

Nelle tarde ore del mattino, sotto le rovine di Masseria Albaneta, si svolse un’aspra battaglia tra i soldati del 4°  Reggimento dei paracadutisti e gli equipaggi dei carri armati che, a causa del forte fuoco dell’artiglieria e delle mine sistemate in fretta, furono bloccati sull’altipiano sbarrando il passaggio agli altri mezzi. Purtroppo, il terreno rese difficile lo sviluppo di uno schieramento d’urto e a causa dell’aumento del numero delle vittime e della mancanza di successo nell’attacco della fanteria sul colle del monastero, intorno alle ore 17.30, arrivò l’ordine di ritirata per i carri armati operativi nella regione della frazione di Caira. A causa dei danni subiti, alcuni mezzi, però, furono abbandonati sull’altipiano Terra Rossa. Tre di questi carri armati Sherman furono poi messi in moto dagli equipaggi di scorta polacchi corazzati del 4° Reggimento corazzato e funsero da difesa di questo luogo fino alla fine della battaglia di Montecassino.

L’attacco dei carri armati alleati nel retroterra dell’abbazia di Montecassino condotto il 19 marzo 1944 fu per la parte tedesca una grande sorpresa e un segnale della necessità di rifornire meglio la regione di Albaneta con le armi controcarri (ofenrohr) che all’incirca due mesi dopo influenzò, ad un certo livello, l’andamento della battaglia dei carri armati polacchi introdotti su questa tratta.

La vista da Cavendish Road (dal punto chiamato Dente) su Caira, Monte Rotondo e la valle del Rapido. In lontananza Monte Cifalco. Foto: K. Piotrowski 16.05.11

Il Corpo polacco sistema le pedine

La costruzione e l’uso costante della Cavendish Road ebbe un grande significato per i reparti alleati che ricominciavano a tentare di sbaragliare la difesa tedesca sui colli tra l’abbazia di Montecassino e Monte Cairo. A causa dell’andamento delle battaglie, fino a quel momento, era noto che non era possibile fare una manovra troppo ampia nelle immediate vicinanze dell’imbocco alla valle del Liri e solo una battaglia diretta, per sfinimento, avrebbe potuto spezzare la difesa delle colline di Cassino che componevano un sistema di fortezze collegate tra di loro con il fuoco. La battaglia di Montecassino e tutte le sue fasi possono essere definite battaglie per sfinimento. Lo sbaragliamento della difesa tedesca ebbe successo dopo battaglie durate mesi, in cui il contributo di tutti i reparti alleati all’attacco influì significativamente sulla distruzione totale della linea difensiva tedesca.

Sulla curva di Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi, nel punto in cui si incontra con il Burrone B. Foto dell’archivio IPMS

La costruzione e l’uso costante della Cavendish Road ebbe un grande significato per i reparti alleati che ricominciavano a tentare di sbaragliare la difesa tedesca sui colli tra l’abbazia di Montecassino e Monte Cairo. A causa dell’andamento delle battaglie, fino a quel momento, era noto che non era possibile fare una manovra troppo ampia nelle immediate vicinanze dell’imbocco alla valle del Liri e solo una battaglia diretta, per sfinimento, avrebbe potuto spezzare la difesa delle colline di Cassino che componevano un sistema di fortezze collegate tra di loro con il fuoco. La battaglia di Montecassino e tutte le sue fasi possono essere definite battaglie per sfinimento. Lo sbaragliamento della difesa tedesca ebbe successo dopo battaglie durate mesi, in cui il contributo di tutti i reparti alleati all’attacco influì significativamente sulla distruzione totale della linea difensiva tedesca.

I membri del Gruppo di ricostruzione storica della 1a Compagnia Indipendente Commando (GRH 1. Samodzielna Kompania Commando) sulla Strada dei Genieri Polacchi. La compagnia dei Commando polacchi nel maggio 1944 attraverso questo sentiero, il Burrone A e colle 706 andò all’attacco a colle Sant’Angelo. Foto: K. Piotrowski 20.11.08

Nell’aprile del 1944, nell’ambito dei preparativi per la fase successiva della battaglia di Montecassino nelle retrovie più vicine al fronte, all’altezza della valle del Rapido e dei colli della catena degli Appenini tra Venafro e Filignano, si iniziò a sistemare i reparti del 2° Corpo d’Armata Polacco al comando del generale Władysław Anders. I reparti della 3a Divisione Fucilieri dei Carpazi, che si trovavano sul fiume Sangro, furono spostati nella regione di Venafro, da cui insieme alla 2a Brigata Corazzata avrebbero dovuto arrivare al fronte di Cassino tramite la strada che passava attraverso San Pietro Infine – San Vittore del Lazio – Cervaro – San Michele. Invece, i reparti della 5a Divisione di Fanteria Kresowa spostati dal fiume Volturno e dalla regione di Mainarde Molisane erano diretti alla battaglia passando per Acquafondata e Vallone del Inferno  (chiamato dai soldati Ravin de l’Inferno, Inferno Track, Piekielny Wąwóz) fino a Portella e poi attraverso la valle del fiume Rapido sino al massiccio situato sul lato opposto di Monte Cassino – Monte Cairo.

Portella e San Michele, due frazioni ta loro adiacenti e collocate sul margine orientale della valle del Rapido, rimasero sotto la costante osservazione tedesca fatta da Montecassino, Pizzo Corno, Monte Cairo e Monte Cifalco. Qui cominciava il fronte per i reparti polacchi. Gradualmente, di nascosto, soltanto di notte, si iniziò a fare il cambio degli equipaggi della famosa 78a Divisione di fanteria «Battleaxe» sui colli conquistati del massiccio di Cassino.

Secondo il piano generale, il territorio della Great Bowl (Grande Conca ,Wielka Miska) e della Testa di Serpente, che si trovano di fronte all’abbazia di Montecassino, e quota 593 fu assegnato alla 3a Divisione  Fucilieri dei Carpazi. Invece, il tratto che si trovava di fronte a Phantom Ridge e quota 575, colle Sant’Angelo, era di competenza della 5a Divisione di Fanteria Kresowa. Quindi, la regione di Cavendish Road si trovava nel territorio di comunicazione e di rifornimento della Divisione Kresowa guidata dal generale Nikodem Sulik. Il primo passo fu la messa in sicurezza delle alture e delle quote che dominavano Cavendish Road su cui vennero a questo scopo sistemati i reparti del 14° Battaglione dei fucilieri di Vilnius, garantendo la sicurezza del fianco destro della regione di Monte Castellone con il 15° Reggimento lancieri di Poznań e della frazione di Caira con il Reggimento lancieri dei Carpazi.

Per i reparti della 5a Divisione di Fanteria Kresowa e per tutto il 2° Corpo polacco, Cavendish Road diventò il tratto più avanzato di tutta la rete di strade a disposizione del comando operativo polacco. Ai reparti della 3a Divisione Fucilieri dei Carpazi fu assegnata un’altra strada, che girava immediatamente a ovest ai piedi di Monte Rotondo per poi salire ripidamente fino alla Wielka Miska. Il percorso di Cavendish Road che era di fatto una piccola arteria (se rapportata all’intero fronte) della lunghezza di circa 1,5 km era conosciuto molto bene agli osservatori tedeschi che si trovavano su Monte Cifalco e indirizzavano continuamente su questa strada il fuoco tormentoso dell’artiglieria posta sulle regioni di Atina – Belmonte, Roccasecca, nonché il fuoco dei mortai dalla forra Vallone Albaneta (Mortar Wadi, Wąwóz Moździeży) situata a ovest di Masseria Albaneta.

Cavendish Road, che fu ampliata agli inizi di marzo del 1944 in modo tale da consentire il passaggio di un mezzo, saliva abbastanza delicatamente da Fonnone fino alla prima curva nel luogo in cui incrociava il Burrone B (Jar B). Il tratto successivo, abbastanza morbido, di circa 300 m, conduceva alla successiva curva a gomito nel luogo in cui questa strada incrociava il Burrone A (Jar A). Da qui iniziava un percorso ripido per una lunga salita chefiniva con una svolta in prossimità della roccia chiamata Dente.

Il profondo burrone che separa la sezione d’attacco della 3a Divisione Fucilieri dei Carpazi (a sinistra si vedono il colle Maiola e Testa di Serpente) e la 5a Divisione di Fanteria Kresowa (a destra, con le pendici del massiccio di Monte Castellone –726- 706). Sul lato destro del burrone si nota il filo della Strada dei Genieri Polacchi e sopra lo Żbik (Gatto Selvatico), che porta a Masseria Albaneta. La fotografia è stata scattata da autore dal deltaplano a motore il 15 agosto 2011.

Un altro passaggio all’altezza dei pendii nord-occidentali del colle Maiola (481), separato da esso con un profondo burrone, portava all’altipiano di Terra Rossa, da cui, dopo circa 1 km iniziava l’altipiano di Masseria Albaneta. Un tratto di questa famosa arteria intersecava i pendici orientali dell’imponente massicio che saliva fino a quota 800 m s.l.m. e in bassolungo tutto il suo profilo c’erano ripidi burroni e declivi. Questo voleva dire che, restando sotto il fuoco continuo, sulla strada spesso si spostavano porzioni di terra e massi. Quindi, per coloro che passavano su questo sentiero con mezzi meccanici il più grande pericolo era quello di uscire di strada e di cadere in qualche ripido burrone profondo centinaia di metri. Muoversi in questa porzione di territorio richiedeva notevoli sforzi e attenzione.

In molte descrizioni della battaglia il collegamento del sentiero tra Terra Rossa e l’altipiano di Albaneta è citato come parte della famosa Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi, ma propriamente la definizione precisa di quest’ultima andrebbe limitata unicamente alla strada costruita passo per passo dai genieri neozelandesi e polacchi tra Fonnone e Terra Rossa.

Vista sull’altipiano Albaneta dal colle 575. Sopra ,le pendici occidentali del colle 593 (Monte Calvario), colle 569 e l’Abbazia di Montecassino. Foto: K. Piotrowski 29.02.2004

I genieri della Kresowa

La messa in sicurezza del tratto avanzato sopra Cavendish Road da partedel 14° Battaglione dei fucilieri rese possibile l’inizio da parte dei genieri dei lavori necessari per preparare l’arteria di comunicazione più vicina alla linea di difesa tedesca ai compiti successivi. Prima che i reparti della 5a Divisione di Fanteria Kresowa fossero condotti all’attacco, i lavori preliminari furono assegnati ai genieri di questa divisione guidati dal sottotenente Jerzy Hempel. Oltre alla costruzione di rifugi nascosti del comando e della comunicazione radio, alla messa in sicurezza delle munizioni e ai lavori dei genieri, le dimensioni del pianificato attacco polacco esigevano un miglioramento generale della Cavendish Road.

Il piano prevedeva la costruzione di punti speciali di sorpasso, di punti per la riparazione, di rifugi per regolare il traffico della gendarmeria ed era stato previsto un allargamento generale della Cavendish Road in tutti i tratti possibili. Alla 6a compagnia di genieri (senza il 3° plotone) a cui si unirono il 1° plotone della 4a compagnia e il 1° plotone della 5a compagnia dei genieri della divisione fu affidato il 20 aprile 1944 il compito di effettuare queste operazioni. In totale, l’unità di genieri designata alla costruzione prima e al mantenimento di Cavendish Road poi era composta da 180 soldati al comando di Stanisław Maculewicz.

Le rovine dell’antico monastero Santa Maria dell’Albaneta. Foto: K. Piotrowski 12.09.2007

La già famosa Cavendish Road fu preparata gradualmente nel giro di qualche settimana, prima della fase successiva della battaglia, per rendere possibile il passaggio attraverso di essa delle compagnie d’assalto della 5a Brigata di fanteria di Vilnius, della 6a Brigata di fanteria di Leopoli e dei carri armati del 4° Reggimento corazzato che doveva sostenere con il fuoco l’assalto della fanteria di divisioni Kresowa e dei Carpazi dalla zona della Gola (Bottleneck, Gardziel) e dell’altipiano di Albaneta. Con la fine di aprile Cavendish Road aveva già cambiato il nome in Strada dei Genieri Polacchi per le vittime, il sacrificio e il contributo al lavoro dei soldati di questa formazione. La strada, come fino a quel momento, doveva sopperire a tutte le vie di comunicazione per il passaggio della forza viva (ciò comprendeva anche l’evacuazione dei feriti sugli appositi bantam raggruppati nella parte superiore dell’ingresso alla strada), degli animali da soma e per il passaggio di mezzi a motore pesanti e leggeri. Di fatto era previsto che per di lì passassero tutti i mezzi a disposizione del Corpo polacco.

Grazie all’opera dei genieri del tenente J. Zapaśnik fu tra le altre cose costruito un rifugio per il comando della 5a Brigata di fanteria di Vilnius che era sistemato nel Burrone A nelle strette vicinanze della Strada dei Genieri Polacchi. Inoltre, prima del primo attacco i genieri del maggiore Maculewicz aiutarono organizzare le postazioni di attesa dei battaglioni che dovevano andare all’assalto, il 13° Battaglione nel Burrone A, il 15° Battaglione nel Burrone B, il 18° Battaglione nel Burrone C (Jar C).

“Intanto i genieri scoprirono una mulattiera, la trasformarono in una stradina in cui potevano passare i bantam con le munizioni. La sistemarono nel giro di una notte – dovettero andarsene – arrivò il trasporto dei feriti – senza dire niente cominciarono a costruire qualcosa. Sotto gli occhi dei mortaisti sorgevano i rifugi. Arrivano i tempi  in cui uno sarà disposto a saltare nel fuoco per l’altro”. M. Wańkowicz, Bitwa o Monte Cassino, Roma 1945

Il Reggimento corazzato «Scorpione»

Per coloro che prestavano servizio sulla Strada dei Genieri Polacchi il compito più difficile era quello di garantire nuovamente il passaggio dei carri armati; per gli equipaggiamenti era invece quello di attraversare un sentiero eccezionalmente difficile nel buio e sotto gli spari. Il piano generale dell’attacco polacco presupponeva l’uso delle armi corazzate schierate per soccorrere la fanteria all’attacco nel massiccio montano lungo il sentiero già conosciuto. I carri armati non avrebbero dovuto attaccare da soli, come era stato fatto in precedenza, ma riparati e a sostegno della fanteria. Per la rimozione delle mine sul territorio fu chiamato in soccorso un altro gruppo di genieri che aveva il compito di iniziare dei lavori intensivi qualche ora prima dell’entrata pianificata dei carri armati sulla Gardziel  da cui era possibile dirigere il fuoco di ausilio su quota 593, Masseria Albaneta su quota 468, su quota 575 e Phantom Ridge.

Lo Sherman del 4° Reggimento corazzato «Skorpion» sulla curva del Burrone B, che sale lungo la Strada dei Genieri Polacchi. Foto dell’archivio dell’autore

Il compito di sostenere direttamente con il fuoco la fanteria della Divisione dei Carpazi e la Kresowa fu affidato al 4° Reggimento corazzato che faceva parte della 2a Brigata corazzata.

Il 26 aprile iniziò lo scambio degli equipaggiamenti corazzati canadesi nella regione di San Michele e nella parte opposta della valle del Rapido su Terra Rossa (nominata dai soldati polacchi Żbik – Gatto Selvatico) dove erano rimasti tre carri armati Sherman danneggiati durante l’operazione Revange. Questi carri armati furono per tutto il tempo un perfetto sistema di sicurezza per l’entrata nella parte superiore a Cavendish Road e dopo le dovute riparazioni effettuate dai soldati polacchi, furono uniti al seguito delle forze schierate su questo tratto. Il 28 aprile gli equipaggiamenti polacchi di scorta negli Sherman neozelandesi ottennero l’incarico di osservare il territorio e in caso di necessità di bloccare con il fuoco la prima gola che chiudeva l’altipiano Terra Rossa.

La catena montuosa incoronata da Monte Castellone (quota 771). Sotto, i Burroni A e B tagliati dalla Strada dei Genieri Polacchi. La vista dal colle Maiola. Foto: K. Piotrowski 12.02.2011

L’attacco dei carri armati del 4° Reggimento corazzato avrebbe dovuto essere condotto lungo l’unico sentiero, chiuso da sud e da nord dai ripidi burroni delle alture circostanti. Ci si aspettava che si intensificasse la resistenza del nemico che si era rafforzato nella regione dell’altipiano di Albaneta difeso dal fuoco proveniente da ogni direzione, ovvero dalle quote 593, 575, Sant’Angelo (601) e Phantom Ridge nonché anche dal fuoco dell’artiglieria e dei mortai. Questo luogo rappresentava per i paracadutisti tedeschi una comodissima posizione di difesa, al contrario, per chi doveva attaccare rappresentava un grandissimo ostacolo. Dopo le esperienze dell’attacco di marzo, fu prevista la presenza di numerosi campi minati e il riempimento della difesa con mezzi anticarro. In seguito a questi piani, per assolvere al compito nella cintura operativa dei carri armati, furono inviati i genieri per sminare i campi e liberare così il passaggio. Da entrambe le parti dell’altipiano che porta all’ingresso superiore della Strada dei Genieri Polacchi furono condotte all’attacco le compagnie d’assalto della fanteria che attaccarono in un primo momento Monte Calvario (quota 593) e Phantom Ridge. Contemporaneamente il 1° Battaglione fucilieri dei Carpazi avrebbe dovuto attaccare prima attraverso la Gola e poi sulle rovine di Masseria Albaneta. A sostenere con il fuoco la fanteria della Divisione dei Carpazi fu il 2° squadrone di carri armati del capitano W. Drelicharz, mentre il 3° squadrone di carri armati del capitano A. Dzięciołowski avrebbe dovuto aiutare con il fuoco i soldati della 5a Divisione di fanteria  all’attacco sul Phantom Ridge. Il 1° squadrone del 4° Reggimento corazzato fu assegnato come riserva su questo tratto.

La vista sugli altipiani Terra Rossa e Albaneta (in lontananza). Sulla sinistra Mała Miska (Little Bowl, Piccola Conca) e Głowa Węża (Testa di Serpente).La fotografia è stata scattata da Krzysztof Piotrowski dal deltaplano a motore il 15 agosto 2011.

Operazione Honker

L’11 maggio 1944 alle 23 i primi carri armati del 3° squadrone, all’inizio della valanga del fuoco dell’artiglieria, andarono dalla regione del Car Park in direzione della Strada dei Genieri Polacchi.

Allo stesso momento da sotto il San Michele furono condotti pronti all’azione i carri armati del 2°  squadrone di cui un plotone assicurò l’uscita dalla strada dell’Inferno a Portella, mentre il secondo plotone sostenne nella difesa il Reggimento lancieri dei Carpazi nella frazione di Caira, nel caso di un contrattacco tedesco dalla regione di Monte Cairo – Terelle.

Il 1° plotone di carri armati del 3° squadrone fu il primo ad attraversare Cavendish Road e raggiunse il punto di assalto nella zona dello Żbik intorno all’1.30. Durante tutto questo tempo su tutta la lunghezza della Strada dei Genieri Polacchi  c’era un grande movimento e uno dei carri armati del 2° squadrone per un’avaria al motore nei pressi della roccia chiamata dagli abitanti del luogo Dente, bloccò quest’unica arteria. In ultima istanza si decise di spingere lo Sherman del tenente Kornas nel burrone. L’equipaggio del carro armato riuscì a evacuare dal mezzo prima della catastrofe. Sullo Żbik, sopra l’entrata superiore della strada dei genieri fino alle 4.30 si riuscì a radunare 21 carri armati del 2° e del 3° squadrone sostenuti da tre compagnie di genieri che sminavano il campo già da molte ore. A dirigere il coordinamentodelle operazioni di collaborazione dei carri armati con i genieri  e la fanteria all’attacco fu il capitano Iwanowski (vicecomandante del 4° Reggimento corazzato). L’attacco a fuoco e il territorio montano fecero sì che la possibilità di attuare in maniera efficace gli ordini e le varie mansioni tramite il collegamento radio fu limitata.

Il carro armato Sherman, immobilizzato nella zona della prima gola su Terra Rossa. Foto: collezione privata dell’autore

Il plotone di sostegno ai carri armati, trovandosi nella prima linea di attacco e assegnato alla Divisione dei Carpazi, arrivò intorno alle 2 alla prima gola sotto il forte fuoco dell’artiglieria nemica, perdendo i mezzi a causa delle mine e fuoco d’artiglieria tedesca. Sotto questi colpi i genieri non riuscirono a continuare efficacemente il loro lavoro limitandosi a togliere le mine da sotto i carri armati. Nonostante il forte fuoco e l’eccezionale fervore della battaglia procedettero gradualmente e intorno alle 5 di mattina del 12 maggio quattro Sherman che si avviavano al comando della colonna con il carro armato del comandante del  4° plotone del 3° squadrone riuscirono ad arrivare alla Gola (Gardziel). Il primo era quello del sottotenente Białecki che con il cingolo destro passò sopra un fascio di mine collegate tra di loro causando una violenta esplosione e bloccando lo stretto passaggio immediatamente prima del dosso della Gola. Il relitto di questo carro armato di cui morì tutto l’equipaggio, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, fu convertito in un monumento dedicato al 4° Reggimento corazzato «Scorpione» e oggigiorno è conosciuto tra gli abitanti del territorio di Cassino con la denominazione di Carro.

Nonostante l’insuccesso dell’attacco della fanteria e l’impossibilità di rompere la difesa tedesca durante il primo attacco, fu presa la decisione di prendere le posizioni di difesa dei carri armati nelle porzioni di territorio conquistate fino all’attacco sccessivo.

Il 13 maggio l’accortezza degli equipaggi dei carri armati e il loro fuoco respinse le pattuglie tedesche che provarono ad avvicinarsi di nascosto agli Sherman non lontano dalla Gola per distruggerli. Malgrado il continuo fuoco dell’artiglieria e dei mortai, i carri armati attaccarono tutti i bunker di pietra scoperti sui versanti di quota 593 e di Widmo, mentre i genieri continuavano a sminare il territorio. Un’ulteriore conferma del rafforzamento della difesa anticarro da parte della fanteria paracadutista sul territorio minacciato fu l’impiego sulla strettoria della Gardziel di ofenrohr e un continuo rifornimento di mine sul territorio di Masseria Albaneta.

Il raggruppamento avanzato di carri armati nel massiccio di Cassino prima del secondo attacco polacco pianificato il 17 maggio fu sostenuto da altri macchinari trasportati attraverso la Strada dei Genieri Polacchi, tra il cui ingresso superiore e la Gola. Quel giono si radunarono 28 Sherman, 3 Stuart, 4 cannoni controcarri SP e un ponte a forbice creato sul carro armato Valentine che vista la sua inutilità sul territorio fu usato come punto sanitario per il raduno dei feriti.

Il capellano (primo sulla sinistra) del 4° Reggimento corazzato «Skorpion», Adam Studziński,vicino al rifugio del comando della 5a Brigata di fanteria di Vilnius. Foto dell’archivio dell’autore

Per tutto quel tempo la Strada dei Genieri Polacchi  fu attraversata dai reparti di fanteria della Divisione Kresowa diretta tramite i Burroni A, B e  all’assalto attraverso Phantom Ridge su quota 575 e 601. Su questa strada ci fu, inoltre, un continuo traffico e trasporto di bantam adattati ai soldati feriti radunati nella regione dello Żbik nei punti sanitari avanzati. Sempre su questa strada c’era un continuo flusso di materiali neccessari alla battaglia e di viveri. Tutto questo movimento complicato di masse di soldati, di mezzi e materiali su questa stradina di montagna a senso unico era gestito da punti speciali di regolazione del traffico e da punti di riparazione situati nei nascondigli su tutta la lunghezza di quest’arteria. La conduzione della battaglia in prima linea da parte della 5a Divisione di Fanteria Kresowa e del 4° Reggimento corazzato è senza dubbio dipesa dalla capacità di mantenere il flusso dell’esercito e dei materiali necessari attraverso la Strada dei Genieri Polacchi. Si è trattato di un grande sforzo comune di tutti i reparti che hanno preso parte alla battaglia. Proprio sotto la famosa strada furono sistemate le postazioni dei mortai pesanti, le scorte di munizioni e viveri per accorciare il tempo di esposizione al fuoco nemico e il rifornimento di materiali.

I membri dell’Associazione Pancerny Skorpion (Scorpione Corazzato) di Opole sulla Strada dei Genieri Polacchi davanti al Burrone B. Foto: K. Piotrowski, 16.05.11

Il 17 maggio in un attacco audace, evitando la Gola che era ancora disseminata di mine, qualche carro armato del 3° squadrone vagando tra i massi del ripido pendio meridionale del Phantom Ridge (con una pendenza che arrivava fino a 45°), irruppe sul dorso di questo colle tra i bunker tedeschi distruggendone molti con colpi diretti e catturando molti prigionieri. In quello stesso lasso di tempo i carri armati del 2° squadrone che sostenevano l’attacco della fanteria, continuavano a sparare sulle postazioni tedesche scoperte su quota 593 e nella regione di Masseria Albaneta.

La mattina del 18 maggio i carri armati del 1° e del 2° squadrone arrivarono sull’altipiano di Albaneta e ne presero il controllo. Da qui continuarono a fare fuoco su quota 575 contro le altre postazioni nemiche. I carri armati del 3° squadrone salirono di nuovo sul versante meridionale del Phantom Ridge mettendo in sicurezza il terreno conquistato e coprendo la fanteria della Divisione Kresowa che combatteva duramente su colle Sant’Angelo.

Il 19 maggio dopo la conquista del colle soprannominato Angelo della Morte, ai carri armati del 3° squadrone arrivò l’ordine, in caso di necessità, di andare per la stradina ai piedi del versante occidentale di Widmo in direzione del Farma per sostenere l’attacco della fanteria nella frazione di Villa Santa Lucia. La ricognizione sul territorio da parte delle pattuglie fece sì che questo piano coraggioso fosse respinto a causa dell’impossibilità di usare per il trasporto questa stradina di montagna nei versanti occidentali di quota 706.

Il 20 maggio dopo che i carri armati del 4° Reggimento corazzato effettuarono tutte le operazioni previste sul massiccio di Monte Cassino – Monte Cairo, furono inviati nuovamente attraverso la Strada dei Genieri Polacchi nella regione di San Michele dove si trovava la loro base. Durante l’operazione Honker il reggimento perse 12 carri armati Sherman (tra questi due buttati giù dalla strada dei genieri e uno nella catastrofe sul Phantom Ridge), uno Stuart e una Scout car. La battaglia stava per finire da questa parte della linea Gustav.

Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi che fu costruita per le esigenze della III e della IV battaglia di Montecassino, assolse a tutti i compiti previsti tra cui il più difficile era sicuramente l’allargamento della mulattiera per il passaggio dei carri armati e delle altre attrezzature pesanti. Indubbiamente questo avvenne grazie al merito e al sacrificio dei genieri che adempirono ai loro obblighi durante tutta la durata della battaglia sotto il forte fuoco dell’artiglieria e dei mortai nemici. La conformazione del terreno, e perciò soltanto una stretta cintura di assalto possibile per le armi corazzate, limitò l’allargamento della formazione dei carri armati e lo sfruttamento per intero del suo potenziale. Infatti, solo i carri armati che si trovavano in prima linea potevano fare fuoco diretto sui bersagli identificati, ma dopo aver consumato tutte le munizioni erano sostituiti dagli altri dello schieramento. La presenza dei carri armati in prima linea rappresentava un importante sostegno militare e proteggeva la fanteria dando anche un forte impatto psicologico all’equipaggio della linea di difesa tedesca. Esempio di questo fu che equipaggiamenti dei bunker nemici sul Widmo si arresero e molti colpi diretti caddero sui focolai nemici scoperti sull’altipiano di Albaneta.
I compiti assegnati a coloro che combatterono durante l’attacco di marzo sul colle dell’abbazia di Montecassino erano diversi da quelli assegnati agli equipaggi dei carri armati polacchi che entravano in battaglia due mesi dopo, ma la cosa più importante fu che su un territorio di montagna particolarmente difficile fu possibile effettuare l’attacco dei carri armati.

Il monumento al 4° Reggimento corazzato «Skorpion» nella Gola. Foto: K. Piotrowski 1.11.2006

“Una fiamma improvvisa scoppia sotto il carro armato. Un rimbombo. Dalla torretta schizza un missile umano in fiamme, un uomo infuocato corre nella notte. Dietro di lui dalla torretta, lentamente e faticosamente esce un altro uomo-torcia, si rannicchia a qualche passo sotto la scarpata, si rotola, si spegne, tutto intorno diventa buio, dal carro armato non esce più nessuno…” M. Wańkowicz, Bitwa o Monte Cassino, Roma  1945

Questa fu una sorpresa per la linea di difesa tedesca che si trovava sul massiccio di Cassino, nonostante riuscisse a vedere continuamente ciò che accadeva su Cavendish Road – Strada dei Genieri Polacchi da Monte Cifalco e sapeva perfettamente che importanza aveva questa stradina, visto che controllò questo territorio quasi fino alla fine di gennaio 1944.

Subito dopo la fine della battaglia, su questa strada che già all’epoca era famosa, passarono i corpi dei caduti della Divisione Kresowa e della 2a Brigata corazzata condotti al cimitero provvisorio di Acquafondata. Furono trasportati anche cumuli di attrezzature distrutte e di armi raccolte su tutto il campo di battaglia. In questo flusso passarono diretti verso la cima anche i genieri che già il 20 maggio del 1944 partirono per mettere su quota 575 una croce – il monumento alla 5a Divisione di Fanteria Kresowa. Fu eretta poco meno di due settimane dopo grazie all’impegno e al duro lavoro dei genieri della 4a e della 5a compagnia al comando del tenente Kulikowski. Nel 1945 salivano su questa strada anche gli abitanti italiani di Monacato e Caira impiegati percostruire il cimitero militare polacco a Montecassino. La Strada dei Genieri Polacchi anche dalla parte dell’abbazia fu nuovamente percorsa nel maggio del 1946 dai soldati del 4°   Reggimento corazzato che presero parte all’inaugurazione solenne del monumento a loro dedicato sulla Gardziel costituito dalla carcassa del carro armato del sottotenente Białecki. Altre due carcasse di carri armati polacchi buttati giù dalla strada durante la battaglia rimasero sul fondo del burrone, qualche centinaio di metri sotto il Dente, fino agli anni Sessanta, quando furono tagliate a pezzi e portate fuori dal burrone da un’unità di genieri italiani provenienti da Roma. Questo è stato l’ultimo avvenimento della battaglia legato ai corazzati Skorpion che scendevano dalla Strada dei Genieri Polacchi.

Da quel momento sono trascorsi diversi decenni. La strada dei genieri è sempre più ricoperta da una massa di sassi e piante. Si sono formate, inoltre, molte buche e frane. L’ingresso superiore all’altezza dello Żbik è stato per anni ostacolato da un folto muro di alberi e arbusti che chiudevano l’ingresso alla Gola. Su questa strada non risuona più il frastuono della battaglia. Domina un profondo silenzio.

Il ricordo di questo luogo e di ciò che qui accadde rimane invece in noi per sempre. Lasciamo quest’eredità a chi verrà dopo di noi. Siamo incoraggiati a farlo dalla grande opera dei genieri e dei corazzati che in quel periodo combatterono su questo territorio.

Krzysztof Piotrowski © Tutti i diritti riservati

Titolo originale: Cavendish Road – Droga Polskich Saperów w bitwie o Monte Cassino

Traduzione: Ilaria Banchig e Adrian Mroczek

Krzysztof Piotrowski
Esperto della storia della battaglia di Monte Cassino. Dal 1996 conduce approfondite ricerche sul campo di battaglia nella sezione relativa all’attacco polacco. Nato a Oława nel 1974. Laureatosi in Giurisprudenza e Amministrazione presso l’Università di Wrocław nel 2001, Piotrowski si è dedicato alla ricerca storica, concentrandosi in particolare sul 2° Corpo d’Armata Polacco e sui luoghi di memoria nazionale polacca in Italia. Promotore del monumento della 3ª Divisione Fucilieri dei Carpazi e della 2ª Brigata Corazzata a San Vittore del Lazio. Coautore della targa commemorativa della 1ª Indipendente Compagnia Commando a Pescopennataro. Ha ricevuto numerose onorificenze, tra cui la Medaglia Pro Memoria (2009), la Croce commemorativa della 3ª Divisione Fucilieri dei Carpazi (2014) e la Croce del Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia (2015).

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